Necropoli di Veio

Le necropoli di Veio
  • Codice: 00674
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Roma
  • Comune: Roma
  • Località/quartiere: Parco archeologico di Veio
  • Localizzazione specifica: Grotta Gramicia, Casal del Fosso, Quattro Fontanili, Valle La Fata
  • Tipo: POI archeologico
  • Coordinate geografiche: 42.031181° N 12.384337° E

Abstract

A partire dall'età del Ferro sino all'epoca storica, il territorio veiente viene costellato di numerosi sepolcreti con centinaia di tombe lungo tutte le colline circostanti l'insediamento abitato.

Descrizione

Alcune tombe più antiche erano a pozzo e contenevano un vaso biconico d'impasto utilizzato come ossuario, coperto da una ciotola o da un elmo, nel quale erano conservate le ceneri e alcuni oggetti personali del defunto.
La tipologia dei sepolcri evolve nell'VIII secolo a.C. quando il rito dell'incinerazione si affianca per poi essere soppiantato del tutto dal rito dell'inumazione, cui corrispondono tombe a fossa, spesso dotate di un loculo per un corredo di oggetti sempre più numerosi. Se le tombe di guerrieri hanno conservato ricche panoplie di bronzo, quelle delle donne di rango hanno restituito ornamenti preziosi e oggetti legati alla tessitura e alla filatura, oltre a materiale ceramico greco d'importazione.
In pieno periodo orientalizzante, tra VIII e VI secolo a.C., le necropoli occupano nuove aree, lungo le vie di accesso alla città e sull'altopiano circostante, nelle località di Picazzano, Monte Michele, Vaccareccia, Macchia della Comunità, Monte Campanile, Riserva del Bagno, Casalaccio, Oliveto Grande.
Vengono scavate nel tufo le tombe a camera, in genere una a famiglia, arricchite di prezioni dipinti sulle pareti. Le più celebri sono la tomba dei Leoni ruggenti, la tomba delle Anatre e la tomba Campana.

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Necropoli veientane: cenni storici.

Voce: Elisabetta Giuliani