Afro: La chiave; Lume di candela, 1972

Afro: La chiave. Lume di candela, 1972
  • Codice: 01216
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Roma
  • Comune: Roma
  • Località/quartiere: Castro Pretorio
  • Localizzazione specifica: BNCR, Sala linguistica
  • Tipo: POI museale
  • Coordinate geografiche: 41.905050° N 12.508566°

Abstract

Afro [Afro Libio Basaldella], Udine 1912 - Zurigo 1976
2 arazzi in lana, cm 475x246; 478x242,5

La collaborazione di Afro con l'Arazzeria Pennese iniziò proprio in occasione del concorso per la Biblioteca nazionale, ma non si limitò a questo episodio: altri otto arazzi vennero infatti realizzati tra il 1972 e il 1973, a partire da bozzetti dell'artista. Questa produzione venne poi documentata nella mostra del 1975 tenutasi a Roma presso la Galleria 2RC. Pur esistendo, in questo nucleo di opere, bozzetti dal titolo "La chiave" e "Lume di candela", i due arazzi della Biblioteca non vi corrispondono (e sono anzi gli unici a sviluppo verticale).

Descrizione

Il disegno dell'arazzo nasce da un bozzetto dell'artista — nel caso di Afro quasi sempre una tempera — da cui con un procedimento fotografico si realizza il cartone delle dimensioni volute. E' poi l'artista stesso a scegliere le mazzette, cioè i fili di lana colorati da mescolare fino ad ottenere la tonalità desiderata. E lo stile che Afro sviluppa nel suo ultimo periodo, gli anni Settanta, si rivela particolarmente congeniale a questa tecnica, come spiega meglio di chiunque altro Cesare Brandi: "il dipinto si disporrà come un 'campo', dove elementi non significanti, ma rigidi e ritagliati, come può essere ritagliata una maschera, si dispongono in una balance intuitiva, di cui non si può dare una giustificazione razionale, e che tiene in modo quasi misterioso. Una conferma infine della fertilità di questa nuova formulazione, che appare più severa, ma non è meno fantastica di quanto la precedeva, è data dall'applicazione all'arazzo. Gli arazzi, se è possibile, rendono ancor più delle incisioni. Qui le pezzature decise, senza frangiature, facilitano la realizzazione tecnica, ma questa, eseguita nelle lane che ai colori conferiscono sempre uno spessore più corposo dell'olio della pittura o dell'inchiostro dell'incisione, recupera a vista tutta la densità spaziale che la luce a schermo condensava nella zona cromatica. L'intensità, allora, come l'accordo suadente di questi arazzi è mirabile. Sarà anche il fatto di un'esecuzione amorosa, di una scelta di tavolozza - anche le lane ne hanno una - accorta, sta il fatto che non ricordo arazzo moderno che raggiunga una 'totalità' cromatica uguale".

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