Abitato dell'antica Veio

L'area dell'antico abitato.
  • Codice: 00673
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Roma
  • Comune: Roma
  • Località/quartiere: Parco archeologico di Veio
  • Localizzazione specifica: Campetti
  • Tipo: POI scomparso
  • Coordinate geografiche: 42.025674° N 12.391268° E

Abstract

La città di Veio, Veii per i romani, nacque nel IX secolo a.C., ma raggiunse il suo apogeo tra il VII e il VI secolo a.C. Era la metropoli più meridionale dell'Etruria e tradizionale rivale di Roma. L'agro veientano, in latino 'ager veientanus', corrispondente in larga parte all'attuale zona del Parco di Veio, confinava a sud con Roma, a nord-ovest con il territorio di Caere (l'odierna Cerveteri) e a nord-est con i territori dei falisci e dei capenati. Di lingua latina, queste due popolazioni presentavano molte affinità culturali con gli Etruschi.

Descrizione

Immaginiamo di essere nel IX-VIII secolo a.C., nell'epoca cosiddetta villanoviana. Questo pianoro di circa 200 ettari, delimitato dai fossi del Piordo e del Cremera, è popolato da una comunità di agricoltori che vivono in capanne e seppelliscono i propri morti sulle colline esterne all'abitato, lungo antichi percorsi viari. Possiamo definire quest'area come protourbana, dal momento che a breve sorgerà qui la metropoli etrusca di Veio. Dalle capanne villanoviane, gli abitanti passarono a vivere in abitazioni semplici di pianta rettangolare costruite con fondazioni di blocchi e scaglie di tufo. In genere le case erano ampie un centinaio di metri quadrati, avevano tre vani con pavimento in terra battuta e il lato meridionale coincidente con il limite della strada.
Tutto l'agro era costellato di insediamenti minori, piccole fattorie e città fortificate (gli oppida), oltre ad alcune necropoli, mentre in prossimità delle aree di confine, erano ubicati degli avanposti, i cosiddetti Septem Pagi.
Le prime fortificazioni ad aggere, ovvero costituite da una levata di terra di norma collegata a un fossato, risalgono al IX secolo a.C., mentre qui vediamo resti delle mura in opera quadrata, costruite due secoli dopo, quando tutto il pianoro di Veio venne cinto da un sistema di fortificazioni, che ben resistette agli attacchi dei romani, cadendo solo sotto l'assedio di Furio Camillo.
Le mura erano realizzate con blocchi parallelepipedi di tufo, disposti di testa e di taglio, secondo l'uso tipico delle popolazioni etrusco-laziali. Lo spessore poteva superare i due metri e l'altezza raggiungeva i sei metri. Bisogna immaginare però una morfologia del luogo diversa da quella attuale e molto più accidentata, attraversata da valli naturali, che in seguito ospitarono gli assi stradali progettati dai romani. Pensiamo quindi a dei percorsi incassati nel banco tufaceo che correvano in direzione dalle porte urbiche verso il centro della città. Se il nemico fosse riuscito a oltrepassare una delle porte, avrebbe dovuto percorrere centinaia di metri in balia dei difensori, appostati in alto. L'acropoli, nota oggi come piazza d'Armi, era l'estremo bastione difensivo.

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Abitato di Veio: cenni storici.

Voce: Elisabetta Giuliani

Roma, il cosiddetto Portico Veiente.

Dodici colonne ioniche in marmo lunense, rinvenute nell'Ottocento a Veio, vennero rimontate a Roma a Palazzo Wedekind in piazza Colonna, andando a costituire il cosiddetto "Portico Veiente".

Roma, Cappella di San Benedetto nella Basilica di San Paolo fuori le mura.

Le 12 colonne presenti nella cappella provengono da scavi ottocenteschi a Veio