Canale Linea Pio (Decennovium)

Canale Linea Pio.
  • Codice: 01438
  • Regione: Lazio
  • Provincia: Latina
  • Comune: Latina
  • Località/quartiere: Agro Pontino
  • Localizzazione specifica: Borgo Faiti
  • Tipo: POI naturalistico
  • Coordinate geografiche: 41.467535°N 12.996472°E

Abstract

Lo storico Strabone tramanda che, nei pressi di Terracina, la Via Appia era fiancheggiata da un canale lungo 19 miglia romane (Decennovium) alimentato da stagni e da fiumi. Il poeta Orazio aggiunge ulteriori dettagli nella V Satira: ci dice infatti, che durante il suo viaggio alla volta di Brindisi, lasciata l'Appia a Forum Appi, proseguì l'itinerario nelle paludi pontine su un'imbarcazione trainata da muli fino al santuario di Feronia, da cui proseguì via terra per altre tre miglia sino a Terracina. Un'iscrizione dell'epoca di Teodorico inoltre attesta che nel V secolo d.C.il canale era più lungo, andando da Tripontium (odierna Tor Tre Ponti) fino a Terracina.

Descrizione

Il canale Linea Pio ha inizio da Borgo Faiti. Fu fatto scavare nell'ultimo ventennio del Settecento da papa Pio VI parallelamente all'Appia per raccogliere le acque dell'Agro Pontino ed essere reso navigabile fino a Terracina che sarebbe diventata il nuovo porto di Roma. Con tale monumentale opera il papa ripristinò proprio l'antico Decennovio romano. Dopo un percorso perfettamente rettilineo di circa 21 km, il canale sfocia all'altezza di Ponte Maggiore nel fiume Amaseno, dando origine al Canale Cavata.
Quando viene ripulito da canne ed erbacce, è transitabile per un lungo tratto. Percorrerlo è monotono ma piacevole. Le acque del canale scorrono lentamente e inesorabilmente verso il mare; il paesaggio è caratterizzato da grandi piane coltivate, impianti di manutenzione idraulica, allevamenti di bufale, aziende agricole.Di tanto in tanto un filare di eucalipti, piantati in epoca fascista per assorbire l'acqua dal terreno e creare vere e proprie fasce frangivento, costeggia il canale, popolato da papere che svolazzano a pelo d'acqua e simpatiche nutrie che brucano le piante acquatiche. La monotonia del rettifilo è rotta da piccoli dettagli: bitte giganti, chiuse, ponti, idrometri, idrovore... e sul versante a monte, c'è sempre l'Appia col suo traffico rumoroso di auto e camion. Di tanto in tanto a pelo d'acqua affiorano dei basoli, a riprova che la strada moderna copre quella antica.

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Citazione letteraria: J. Wolfgang Goethe

sui lavori della pianura pontina]
[22-25 febbraio 1787: Goethe traversa la Pianura Pontina]
J.W. Goethe, Viaggio in Italia (trad. Zaniboni), Firenze, 1959, p. 184

"All'alba ci trovammo tra le Paludi Pontine, che non hanno poi quel triste aspetto col quale sono comunemente descritte a Roma. Di un'impresa così vasta e complessa quale è il progettato prosciugamento, non si può certo dare un giudizio attraversandole di sfuggita; ma mi sembra che i lavori ordinati dal papa raggiungeranno lo scopo desiderato perlomeno in gran parte. S'immagini un'ampia vallata che si stende da nord a sud in un lieve pendio, troppo bassa ad est verso le montagne, troppo alta ad ovest dalla parte del mare. Per tutta la lunghezza passa in linea retta l'antica Via Appia restaurata; e alla sua destra il canale principale lungo il quale l'acqua scorre dolcemente. Grazie a questo canale, il terreno a destra verso il mare viene prosciugato e ridotto a coltura; infatti è coltivato a perdita d'occhio e potrebbe essere interamente coltivato, se trovasse dei mezzadri, tranne in alcuni tratti che declinano troppo in basso. La parte a sinistra verso la montagna offre maggiori difficoltà per essere bonificata. Vi sono bensì dei canali trasversali che immettono, sotto la via maestra, nel canale principale, ma per un'inclinazione del suolo verso la montagna, non è possibile liberarla dall'acqua con questo mezzo, Si aprirà quindi, a quanto si dice, un secondo canale a pié dei monti. Nei buoni tratti specialmente verso Terracina sono disseminati i salici e i pioppi. Le stazioni di posta non consistono che in un lungo pagliaio... Dove un tempo sorgeva Mesa, il papa ha fatto costruire un grande e bell'edificio che può essere considerato come il centro della pianura. A vederlo si accresce la speranza e la fiducia in tutta l'impresa. Noi continuammo il nostro cammino conversando animatamente, sempre memori della raccomandazione che lungo questo tratto non è bene farsi cogliere dal sonno; in realtà il vapore azzurrino che già in questa stagione fluttua a una certa altezza sopra il suolo fa pensare a qualche ondata di malaria. Tanto più lieta e gradita ci parve la posizione di Terracina appollaiata sulla roccia. Avevamo finito di godere quella veduta che arrivammo in vista del mare!"